sabato 14 novembre 2020

SAPERE, LIBERTA', MONDO. Noi e la strada di PIPPO MORELLI.

E' difficile spiegare la sensazione che si prova avvicinando un traguardo, ma soprattutto un cammino, dopo tanti anni di lavoro e di ricerca. Ricordo quando, nel 2005, chiesi a Domenico Paparella, mio primo, indimenticabile "capo" e segretario generale del Cesos... dove fosse finito: "questo Pippo Morelli..."

Cominciavo, con qualche ingenuità, a studiare l'Flm, gli anni dei metalmeccanici (e non solo) che davano l'assalto al cielo, ma soprattutto conquistavano diritti, non solo salario. Al tempo stesso cominciavo ad occuparmi, al Cesos, di integrazione sociale e lavorativa degli immigrati, incrociando, sotto la guida dell'eccezionale Gabriele Brunetti, le concerie di Arzignano e incontrando, nel Mugello, a Borgo San Lorenzo, grazie a Luigi Andreini e ad Angelo Simontacchi, le esperienze bellissime di Villaggio La Brocchi con i rifugiati, sulle orme di Don Lorenzo Milani.

Studiando l'Flm, la sinistra sindacale e le 150 ore, mi ero imbattuto negli scritti di questa figura in cui mi immedesimavo più che in ogni altra. Persino più che in Vittorio Foa, che mi aveva affascinato fin dagli anni dell'università, in cui ben poco mi ero occupato di sindacato. In Morelli, intuivo qualcosa di speciale, unico, un intreccio di radicalità e di visione, di intraprendenza organizzativa e di capacità di anticipare il futuro, di fede e di libertà, che mi stupivano, mi accarezzavano e mi spronavano ogni volta che lo leggevo. Certo, c'era anche l'inquietudine ostinata in cui tanto mi riconoscevo e la capacità di non accontentarsi mai, di accendere fuochi senza sosta.

Solo molti anni dopo avrei iniziato, nel 2012, alla conclusione della mia ricerca sulle 150 ore per il diritto allo studio, a percorrere, "a palmo a palmo" la sua strada. Solo dopo avrei incontrato Susanna, Chiara, Francesca,
Giorgio Morelli
, la poesia di Macondo e di Beppe Stoppiglia, e tanto, tanto altro. Insieme a Morelli ho incontrato innumerevoli figure che hanno fatto grande il sindacato italiano: da Bruno Manghi, a Tonino Lettieri, da Pierre Carniti a Beppe Stoppiglia, da
Franco Bentivogli
ad Augusta Restelli, da Gian Battista Cavazzuti a
Giorgio Benvenuto
a
Sandro Antoniazzi
e così via... E poi studiosi immersi nella rappresentanza del lavoro che ne hanno respirato l'amicizia: Gian Primo Cella, Tiziano Treu, Paolo Feltrin, Luciano Pero.


Ho incontrato la nascita della Cisl, la centralità in dialogo con i territori del Centro Studi di Firenze, l'effervescenza e la costruzione di una nuova cultura sindacale, che si fondava anche sulla diffusione della contrattazione aziendale, come quella della Cisl e soprattutto della Fim di Milano dei primi anni sessanta. E poi la grande vicenda dell'unità sindacale, con i suoi sogni e i suoi deragliamenti, con la sua passione, radicale, dal basso, e i tanti irrisolti, interni ed esterni al mondo del lavoro.

Pippo Morelli mi ha accompagnato negli anni caldi del '68 e del '69, quelli dei "capelloni alla Cisl di Milano" e del "potere contro potere", fino ai grandi contratti del 1973 e del 1976 e alla lotta democratica contro il terrorismo e le stragi di stato. Anni in cui ci si impegnava nella ridefinizione del potere attraverso il sapere e i diritti di informazione e consultazione.

Ma ho attraversato anche gli anni ottanta del riflusso e di un'Occidente che, per usare le parole di Beppe Stoppiglia, "scivolava sempre di più" verso il trionfo di quello che Papa Francesco definisce oggi nelle sue encicliche "economia dello scarto".
Mi spingo oltre: gli anni ottanta e i primi anni novanta, fino a quando l'ictus lo colpì troppo duramente, sono gli anni più significativi di Pippo Morelli. Sono anni, soprattutto di sconfitte, anche di emarginazione crescente, ma di grande, grandissima visione. Dalle riflessioni sul sindacato nel territorio, al dibattito non solo sul "come produrre, ma sul cosa produrre", all'attenzione al lavoro frammentato, alla formazione professionale, alle problematiche degli anziani, della società multiculturale, alle nuove frontiere dell'educazione degli adulti, anche a partire dalla marginalità. Fino alla grande questione della conversione ecologica globale ed integrale della società, dell'economia e del sindacato.

Sono tracce importantissime, riassumibili con: "Sapere, libertà, mondo", i termini, usati da Bruno Manghi per raccontare il cammino, la strada di Pippo Morelli. Non solo: il suo lascito, il suo invio, come ha scritto Ivo Lizzola nella postfazione al libro che ho scritto, raccontando la vicenda umana e sindacale del sindacalista reggiano. E quindi, in questi tempi così duri di esplosione di disuguaglianze, di consapevolezza di fragilità strutturale e molteplice, come ci ha svelato, senza respiro, la pandemia, tornare a Pippo Morelli, significa chiederci: "Da dove veniamo"? Ma anche, come ha scritto Bruno Manghi: "chi siamo e dove andiamo?"

Se è vero, come affermava Vittorio Foa, che il passato non ci da risposte, ma ci aiuta a formulare, meglio, decisive domande, ripercorrere la strada di Morelli, significa immergersi soprattutto nel nostro presente. Nelle urgenze di un sindacato che deve essere sempre più prossimo a chi non ha voce, non ha dignità, non ha parole. Che deve essere forza, moltiplicatore di trasformazione, non di conservazione. Luogo educativo, palestra quotidiana di emancipazione, relazione, libertà. Pane e rose.

Siamo sommersi di parole. Troppe parole. Ma abbiamo bisogno di metodo, visione e speranza. Parole, ma soprattutto azioni, progettualità per ritrovare quello spazio di impegno condiviso e collettivo, di cooperazione di comunità inclusiva e di rappresentanza democratica che significa spostare il mondo intorno a noi, anche solo di un millimetro, verso pace, amore, giustizia, fratellanza, rispetto, dignità.
A partire da quelle periferie, del lavoro ed esistenziali, che si trovano nelle nostre città e metropoli, come nelle aree interne, troppo spesso dimenticate.

Il sindacato non può che essere, rappresentare questo: ogni giorno e in ogni luogo di un pianeta sempre più interconnesso. Sapere, libertà, mondo. Obrigado, Pippo!

Francesco Lauria

PIPPO MORELLI, INTERPRETE DEL FUTURO DEL LAVORO. GUARDA LA REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI SU YOUTUBE

  Sul canale YouTube del Centro Studi Ricerca e Formazione Cisl è disponibile la registrazione dell'incontro di presentazione del libro...