lunedì 29 marzo 2021

Sulla strada di Pippo Morelli: CATTOLICI E SINISTRA NELLA SOCIETA', NELLA POLITICA E NEL SINDACATO. 30 MARZO ORE 17.30

"Se la buona fede basta a giustificare la coscienza personale di chi dà il comando, non basta a far tranquilli sulla bontà di esso coloro che ne vengono impegnati per obbedienza. La coscienza non può abdicare interamente nelle mani di nessuna creatura, fosse il più grande degli uomini o il più santo. Il cristiano, pur obbedendo alle gerarchie ecclesiastiche che tengono quaggiù il luogo del Signore non fa rinuncia alla propria anima. Non ci si salva per delega. Ognuno risponde delle propria anima, come risponde del proprio prossimo".

Primo Mazzolari, Risposta ad un aviatore, 1941

"Come Dio sotto la religione

Come l'amore sotto la convenzione

Come la realtà sotto l'illusione

Come un mattone sotto la distruzione

Così quando il sole muore

Fiore perdi il tuo colore

Le qualità che ti hanno reso vero

Ma chi lo dice che il fiore è nero"

I Nomadi, Fiore nero, 1977,

Nuova presentazione online di: “Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli” (Francesco Lauria, Edizioni Lavoro, 2020).

Il titolo echeggia una frase di Simone Weil: “Si potrebbe pensare che le stelle entrino nell’anima”. Cattolici e sinistra: società, politica, sindacato

L’evento si svolgerà online il prossimo martedì 30 marzo, alle 17.30 e affronterà la biografia di Pippo Morelli, sindacalista cislino, leader nazionale della Fim e dell’Flm, ideatore delle 150 ore e direttore del Centro Studi Cisl di Firenze, dal punto di vista di un credente impegnato a sinistra, nella società, nella politica e nel sindacato.
Una storia individuale intrecciata con altre storie, come testimonieranno i relatori e le relatrici, e che interroga il presente nella dimensione del pontificato di Papa Francesco.
All’incontro, organizzato da
Edizioni Lavoro
, Adista e Associazione Officina Adista, parteciperanno oltre a Francesco Lauria, Gian Primo Cella (sociologo economico), Emilio Gabaglio (già Presidente nazionale delle @ACLI e segretario generale della Ces),
Dolores Deidda
(già segretaria nazionale di Gioventù Aclista e operatrice sindacale), Renzo Innocenti (aclista, sindacalista Cgil, parlamentare),
Ignazio Ganga
, segretario confederale
CISL Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori
e già responsabile nazionale
Agesci - Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani
. Modererà
Luca Kocci
, della redazione di
Adista
.
ID riunione: 999 4721 4976 Passcode: 319828

sabato 27 marzo 2021

LA DIFFERENZA: EZIO TARANTELLI E MARGARET THATCHER (non solo negli anniversari...)

Quando chiusi il delicato capitolo sulla rottura sulla scala mobile e la riforma organizzativa del sindacato del libro Sapere, Libertà, Mondo respirai un po'.

Dopo aver letto decine e decine di pagine di materiali profondissimi dell'Isel (il Centro Studi guidato da Ezio Tarantelli e promosso dalla Cisl) e dell'Ufficio Studi Cisl, allora discussi animatamente e pubblicamente con i sindacalisti e il mondo della cultura, decisi due citazioni antitetiche anche se quasi contemporanee per l'inizio del capitolo.

La prima di Margaret Thatcher e la seconda di Ezio Tarantelli.
Io penso che la storia e, se vogliamo anche la pandemia, abbiano dimostrato quanto Ezio Tarantelli avesse ragione e quanto Margaret Thatcher profondamente torto. Non dimentichiamolo. Non solo ogni 27 di marzo.


"Stanno scaricando i loro problemi sulla società. E, come sapete, la società non esiste. Esistono gli individui, gli uomini e le donne, ed esistono le famiglie. E il governo non può fare niente se non attraverso le persone, e le persone devono guardare per prime a se stesse. È nostro dovere badare prima a noi stessi e poi badare anche ai nostri vicini. Le persone pensano troppo ai diritti senza ricordarsi dei doveri, perché non esiste un diritto se prima qualcuno non ha rispettato un dovere."
Margaret Thatcher, discorso pubblico, 31 ottobre 1987
"Il tempo passa. I disoccupati aumentano. Ce ne sono ormai 15 milioni in Europa. Suggerisco che la sigla Cee sia letta, in segno di lutto: una Comunità Europea in Estinzione. In un articolo recente su queste colonne ho proposto, per così dire, di pagare i disoccupati europei in scudi. Da allora, questa proposta è stata ripresa e appoggiata da più parti. Vale quindi la pena di riprenderla […]. I paesi europei somigliano ad altrettanti nuotatori che esitano a tuffarsi dal trampolino. Ognuno dice all’altro: prima reflazioni tu, poi mi butto io. Nel nuovo sistema, chi rinuncia a prelevare da Bruxelles gli scudi a cui ha diritto resta sul trampolino, mentre gli altri rilanciano l’occupazione nazionale. In altre parole, chi non coordina la propria ripresa con quella degli altri, resta indietro."
Ezio Tarantelli, articolo pubblicato postumo, «la Repubblica»,
31 marzo 1985.

martedì 23 marzo 2021

La strada di Pippo Morelli, dal sindacalismo cattolico al Brasile di Lula (Il Manifesto, 23 marzo 2021)

CULTURA

La strada di Pippo Morelli, dal sindacalismo cattolico al Brasile di Lula

Scaffale. «Sapere libertà mondo», il volume di Francesco Lauria, pubblicato dalle Edizioni Lavoro, ricorda il leader della Fim Cisl, internazionalista, principale promotore delle 150 ore, legato al Pdup e a Dp

Avrebbe compiuto novant’anni il 22 marzo Giuseppe Morelli, leader della Fim Cisl e poi della Flm unitaria negli anni ‘60 e ‘70 – quando i metalmeccanici davano «l’assalto al cielo» -, cattolico del dissenso, principale promotore delle 150 ore per il diritto allo studio degli operai, militante del Pdup e di Democrazia proletaria, amico e sostenitore di un giovane Luiz Inácio Lula da Silva che nel Brasile dei militari stava dando vita alla Central única dos trabalhadores (Cut), fra i primi nel sindacato italiano ad accorgersi della centralità del tema ecologico. Avrebbe avuto ancora molto da dire e da fare se nel 1993, proprio di ritorno dal Brasile, un ictus non lo avesse costretto a interrompere la sua attività sociale e politica, fino alla morte, vent’anni dopo, nel 2013.

La storia tanto importante quanto poco conosciuta di Morelli è ora ricostruita per la prima volta da Francesco Lauria, ricercatore del Centro studi Cisl di Firenze, in un denso e documentato volume: Sapere Libertà Mondo. La strada di Pippo Morelli (Edizioni Lavoro, pp. 500, euro 28).

MORELLI NASCE NEL 1931 a Reggio Emilia. Non vi partecipa attivamente per la sua giovane età, ma vive la Resistenza, comprese le sue contraddizioni: il fratello maggiore Giorgio, partigiano cattolico delle Fiamme verdi, morirà nel 1947 per le conseguenze di un agguato da parte di partigiani comunisti. Frequenta gli scout, si laurea in Scienze politiche, entra al Centro studi Cisl di Firenze, fondato da Giulio Pastore e ispirato anche da Giuseppe Dossetti, fucina di sindacalisti di valore a cui contribuisce lo stesso Morelli, come organizzatore di campi scuola e incontri di formazione.

Da esperto di contrattazione collettiva, si trasferisce a Milano, alla Federazione dei metalmeccanici (Fim), di cui diventerà segretario nazionale e che contribuirà a rinnovare profondamente, insieme a Luigi Macario e Pierre Carniti, rivendicando autonomia dalla Dc (il sindacato non deve essere la «cinghia di trasmissione» del partito) e dalla stessa Cisl nazionale; e lavorando all’unità sindacale nella Flm, la Federazione dei lavoratori metalmeccanici, che per un decennio, fino al «decreto di San Valentino» del 1984 terrà unite Fim, Fiom e Uilm.

SONO GLI ANNI della contaminazione con il movimento studentesco, dell’ingresso nella Fim dei giovani del ‘68 (i «capelloni del sindacato» che Morelli difendeva contro i «matusa»), degli «operai e studenti uniti nella lotta», della conquista dello Statuto dei lavoratori e delle 150 ore, una delle principali battaglie condotte da Morelli, insieme anche a Bruno Trentin e Antonio Lettieri della Fiom. Negli anni ‘70, all’impegno sindacale si affianca quello politico, civile ed ecclesiale: i Cristiani per il socialismo, la battaglia per il divorzio con i «cattolici per il no», la militanza nel Pdup e in Dp.

Nel 1981 il primo viaggio in Brasile, per incontrare «un giovane e combattivo sindacalista e attivista sociale»: Lula. E, per tutti gli anni ottanta e l’inizio dei novanta, quando nella Cisl di Franco Marini e soprattutto di Sergio D’Antoni la sinistra veniva progressivamente ridimensionata, l’impegno ecologista e internazionale, con il Brasile, fino all’ictus del 1993.

Morelli è stata una «persona ponte», scrive Lauria: «ponte tra il mondo della cultura e l’attivismo sindacale, tra la dimensione ecclesiale e la sinistra radicale, ponte tra il nord del mondo e quel Brasile dove, con lungimiranza, aveva avvertito «un possibile percorso di emancipazione complessiva dei ceti popolari attraverso il sindacato, non senza avvertire delle possibili contraddizioni»

lunedì 22 marzo 2021

1931-2021 Emilia Romagna. Cisl: "La strada di Pippo Morelli: un protagonista quasi inavvertito del Novecento italiano


 Modena, 21 marzo 2021. E’ una storia prima di tutto emiliana quella di Pippo Morelli che domani, 22 marzo, avrebbe compiuto 90 anni. Il sindacalista reggiano della Cisl e della Fim, già segretario nazionale della potente Flm (la Federazione unitaria dei lavoratori metalmeccanici sorta nel 1972) avrebbe compiuto, il 22 marzo 2021, novant’anni.

Ma chi era Pippo Morelli e perché oggi è così importante ricordarlo?
Come ben racconta il libro di Francesco Lauria: “Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli”, pubblicato da Edizioni Lavoro e uscito in questi giorni nelle librerie e sulle piattaforme digitali, la sua è una storia peculiare, troppo poco conosciuta.

Laureatosi con “l’ideologo della Cisl” Mario Romani con una tesi sulle classi subalterne nella provincia di Reggio Emilia tra Ottocento e Novecento, Morelli fu formatore ed esperto di contrattazione presso il “mitico” Centro Studi Cisl di Firenze negli anni Cinquanta, protagonista con Pierre Carniti, di cui era considerato il “braccio intellettuale,” della “primavera sindacale” della Fim e della Cisl di Milano negli anni Sessanta, leader nazionale del sindacato dei metalmeccanici cislini e unitario negli anni Settanta, proprio quei metalmeccanici che, dopo il ’68 e l’autunno caldo, provavano a dare “l’assalto al cielo”.

Insieme agli allievi di Don Lorenzo Milani che militavano nel sindacato ed in particolare nella Cisl egli fu anche uno dei promotori della diffusione di un testo fondamentale come “Lettera a una professoressa” tra i lavoratori italiani e, con Bruno Trentin, fu ideatore e realizzatore della grande conquista contrattuale delle 150 ore per il diritto allo studio, una scommessa sindacale che portò oltre un milione e mezzo di persone a conseguire il titolo di studio della scuola dell’obbligo e che contribuì a costruire un ponte importante tra fabbrica, scuola e società.
Morelli che era il fratello minore di Giorgio, detto “Il Solitario”, partigiano bianco, primo liberatore di Reggio Emilia, morto in seguito alle conseguenza di un attentato di partigiani comunisti dopo la fine della guerra nel “triangolo rosso”, fu anche grande tessitore laico del dialogo tra mondo cattolico e sinistra italiana e, come ben raccontato nel libro di Lauria fu, da credente, uno dei sindacalisti più impegnati nella campagna vittoriosa contro l’abolizione della legge sul divorzio nel 1974. Una battaglia che fu anche grande prova di autonomia dalla Democrazia Cristiana di molti sindacalisti cislini.

Nella prima metà degli anni Ottanta Pippo Morelli fu anche segretario generale della Cisl dell’Emilia Romagna, dove ebbe tra i suoi “allievi”, nell’ufficio studi del sindacato regionale anche il giovane ricercatore Patrizio Bianchi, neo ministro dell’Istruzione e dove iniziò un importante sodalizio con un originalissimo prete operaio Beppe Stoppiglia, anche lui impegnato, oltre che nella fabbrica, nelle 150 ore e nella formazione sindacale.

Con Stoppiglia, Morelli fu tra i promotori del grande sodalizio tra il sindacato e i lavoratori italiani con la Cut brasiliana, guidata dal giovanissimo, futuro presidente, Luis Ignacio Lula. Si impegnò quindi in prima fila sia nel sostegno alla nascente (e sempre precaria) democrazia brasiliana che nel rapporto con il pedagogista degli oppressi Paulo Freire e con il vescovo dei poveri, recentemente scomparso, don Pedro Casaldaliga.
Il sindacalista emiliano concluse la propria carriera nella confederazione fondata da Giulio Pastore con il ritorno al Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze, di cui fu innovativo e apprezzato direttore tra il 1985 e il 1989.

Un gravissimo un ictus, manifestatosi proprio dopo un viaggio di cooperazione in Brasile, interruppe, nel marzo 1993, l’impegno pubblico e sociale di Morelli, che si era molto impegnato, a cavallo degli anni Ottanta e Novanta del Novecento, forte anche della sua indimenticata matrice scout, sui temi dell’ecologia e del disarmo.

Dopo vent’anni di silenzio, Morelli ha concluso la sua vita esemplare a Reggio Emilia nel giugno del 2013, circondato dall’affetto della sua numerosissima famiglia. 
Sapere, Libertà, Mondo, a quasi dieci anni dalla scomparsa attraverso un amplissimo lavoro di documentazione storica e di raccolta di preziose testimonianze, toglie la polvere su una grande figura, un protagonista quasi inavvertito del Novecento italiano e ricostruisce, quasi come in un romanzo, la notevole “strada di Pippo Morelli”. 

Insieme alla vita del sindacalista, il volume di Lauria ricostruisce attentamente, infine, almeno quattro decenni di avvenimenti sociali, sindacali e politici del nostro Paese, a partire proprio dalla Via Emilia.

lunedì 15 marzo 2021

“SENTIRE LA VITA”. La formazione e la strada di Pippo Morelli, 23 marzo

“SENTIRE LA VITA”. La formazione e la strada di Pippo Morelli, 23 marzo

Segnaliamo una nuova presentazione online del libro: “Sapere, libertà, mondo. La strada di Pippo Morelli” (di Francesco Lauria, Edizioni Lavoro, 2020). Il seminario è previsto per il prossimo martedì 23 marzo alle ore 17.30.

Il titolo della presentazione: “Sentire la Vita. Pippo Morelli, il sindacato e la formazione degli adulti tra coscienza, incontro e liberazione” spiega opportunamente il taglio peculiare dell’incontro.

La straordinaria esperienza sindacale di Pippo Morelli, infatti, inizia e termina a Fiesole, al Centro Studi Cisl di Firenze.

Nel 1957, neolaureato in Scienze Politiche con Mario Romani, Morelli riceve una lettera di convocazione di Giulio Pastore e frequenta un corso unico nella storia della Cisl: quello per esperti della contrattazione.

Una sorta di “master” di un anno per giovani laureati, in alcuni casi già inseriti in importanti aziende, che servirà a lanciare concretamente in tutto il territorio la grande intuizione della Cisl del Consiglio Generale di Ladispoli del 1953: la contrattazione aziendale.

Sempre al Centro Studi di Firenze, Morelli terminerà la sua esperienza sindacale, divenendone direttore dal 1985 al 1989, introducendo importanti innovazioni sia nella formazione formatori che, solo per fare alcuni esempi, con i percorsi strutturati su ecologia, lavoro, contrattazione, digitalizzazione, immigrazione.

Sempre da Fiesole passerà, di ritorno da una missione di cooperazione sindacale e formativa in Brasile con Beppe Stoppiglia, il giorno prima di essere colpito, nel marzo del 1993 a soli 62 anni, dal grave ictus che per venti anni ne ha fermato la grande energia di elaborazione e di azione, prima della scomparsa, nel giugno 2013.

Morelli, che fu tra gli ideatori delle 150 ore per il diritto allo studio nel 1973, è conosciuto come scopritore infaticabile, attraverso la formazione sindacale, di giovani talenti da valorizzare nel sindacato: prima alla Cisl di Milano, poi alla Fim e all’Flm nazionale, per continuare con la Cisl dell’Emilia Romagna e con il Centro Studi di Firenze. Una storia di vita di cui è opportuno fare memoria, ma che ci consegna anche un enorme lascito in questo tempo difficile, segnato dalla pandemia.

Di tutto ciò si discuterà attraverso il dialogo organizzato dal Centro Studi Cisl di Firenze, dal Centro Studi Pippo Morelli e da Edizioni Lavoro, martedì 23 marzo alle ore 17.30 sulla piattaforma Zoom.

Interverranno oltre a Francesco Lauria, autore del libro, Francesco Scrima, Direttore del Centro Studi Cisl di Firenze, Loris Cavalletti, Presidente del Centro Studi Pippo Morelli, Ivo Lizzola, docente di Pedagogia Sociale presso l’Università di Bergamo, Bruno Manghi, sociologo ed ex direttore dei Centri Studi Cisl di Firenze e di Taranto, Chiara Morelli, formatrice ed educatrice scout Agesci, Roberta Villa, formatrice della Filca Cisl Nazionale, Luciano Pero, docente del Politecnico di Milano, leader del ’68 studentesco all’Università Cattolica e già responsabile formazione della Cisl di Milano.

Modererà il dibattito Andrea Benvenuti, giornalista e direttore di Edizioni Lavoro.

Link: https://zoom.us/j/94416406252?pwd=Zzh6K21TOEdWTGJUVkZSZHlEVElUdz09

ID riunione: 944 1640 6252   Passcode: 029341

venerdì 12 marzo 2021

Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli (conversazione con Francesco Niccolai) Centro Studi Donati

Tratto da: “Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli” - Dibattito Democratico - Centro Studi Donati 



Conversazione con Francesco Lauria

Conversazione a margine del libro di un autore pistoiese d’adozione: Francesco Lauria. Lo incontriamo alla vigilia dell’uscita nelle librerie del volume: “Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli”, pubblicato Edizioni Lavoro.

Come nasce questo libro incentrato su Pippo Morelli, una figura quasi dimenticata del sindacalismo italiano?

Mi sono imbattuto in Pippo Morelli, piuttosto casualmente, mentre studiavo la storia dell’Flm (la potente federazione unitaria dei lavoratori metalmeccanici che ebbe il suo apice negli anni Settanta) e la bellissima vicenda delle lotte che portarono, nel 1973, alle 150 ore per il diritto allo studio. Fu una grande conquista contrattuale che andava ben oltre il salario e che permise a oltre un milione e mezzo di lavoratori e lavoratrici italiani di conseguire un titolo di studio da adulti e, soprattutto, di sperimentare una didattica inclusiva e non gerarchica, approfondendo anche le questioni legate all’organizzazione del lavoro e alla salute e sicurezza in fabbrica.

Gli scritti di Morelli, che fu segretario nazionale dell’Flm e ideatore, con Bruno Trentin, delle 150 ore, mi affascinavano e cominciai quindi a chiedermi dove fosse finito, come mai sembrava non vi fosse più traccia di lui. Persino più che in Vittorio Foa, che mi aveva affascinato fin dagli anni dell’università, intuivo in Morelli, qualcosa di speciale, unico: un intreccio di radicalità e di visione, di intraprendenza organizzativa e di capacità di anticipare il futuro, di fede e di libertà, che mi stupivano, mi accarezzavano e mi spronavano ogni volta che lo leggevo. Certo, c’era anche la sua inquietudine ostinata in cui tanto mi riconoscevo e la sua capacità di non accontentarsi mai, di non essere troppo incline al compromesso, soprattutto sui valori etici. Di “accendere fuochi” senza sosta.

Come trovasti la risposta alla sua scomparsa pubblica?

All’epoca ero molto giovane e facevo il ricercatore al Cesos, Centro di Studi Sociali e Sindacali, un istituto di ricerca autonomo, ma promosso dalla Cisl, lo stesso sindacato di provenienza di Pippo Morelli.

Mi occupavo soprattutto di integrazione sociale e lavorativa degli immigrati e avevo come responsabile un altro grande sindacalista ex metalmeccanico, Domenico Paparella, che con Morelli aveva collaborato molto, in particolare nel supporto alla contrattazione aziendale. Fu lui a raccontarmi che Pippo Morelli era stato colpito da un grave ictus all’inizio di marzo del 1993 di ritorno da un viaggio di cooperazione sindacale nelle periferie brasiliane e che da allora aveva sostanzialmente perso la parola e dovuto azzerare i propri impegni sociali e sindacali.

Fu così, gradualmente, che decisi di impegnarmi a “restituire” la parola a questo grande “protagonista inavvertito” del Novecento e iniziai la mia ricerca, interrotta più volte, sulle sue tracce, sulla sua strada.

Un cammino sindacale che comincia e termina sulle colline di Fiesole, dove, dal 1953, sorge il Centro Studi Nazionale della Cisl…

Morelli che proveniva da Reggio Emilia, si era laureato presso l’Università Cattolica di Milano con Mario Romani, lo studioso di riferimento della confederazione guidata, allora, da Giulio Pastore.

Rifiutò le proposte di carriera accademica e fu chiamato a frequentare, proprio a Fiesole, un corso “esperti” unico del suo genere cui erano stati coinvolti, con una borsa di studio, giovani laureati che avrebbero dovuto supportare sul campo una delle grandi intuizioni della confederazione cislina, la contrattazione aziendale.

Allora, eravamo nel 1956-1957, di fatto in Italia la contrattazione a livello d’impresa non esisteva. Attraverso la formazione si cercava di fornire ai sindacalisti gli strumenti per trasformare la realtà e i rapporti di forza con le aziende. Morelli fu tra i protagonisti di quella fase e dopo un periodo in cui fece l’assistente presso il Centro Studi Cisl di Firenze si trasferì a Milano, dove iniziò il suo importante sodalizio con Pierre Carniti e con la Fim Cisl.  Trent’anni dopo, al Centro Studi di Firenze, fino alle fine del 1989, Morelli terminò il suo impegno attivo nel sindacato, come direttore. Vi passò anche di ritorno dal Brasile in quel marzo 1993 proprio il giorno prima dell’insorgere della sua terribile malattia.

Raccontiamo altri passaggi importanti della vita sindacale e sociale di Morelli all’interno delle grandi vicende del nostro Paese…

Il trasferimento a Milano coincise con l’incontro con un sindacato in subbuglio, con grandi energie giovanili e che cominciava a sperimentare l’unità di azione tra cattolici, socialisti, comunisti. Meglio: tra lavoratori e tra lavoratrici, innanzitutto.

La Fim di Carniti, che a Milano aveva anche la propria sede nazionale, fu un eccezionale laboratorio di innovazione, laicità, autonomia, mobilitazione. Nuova cultura. Presto, siamo nella prima metà degli anni Sessanta, il sindacato, pur ancora in assenza dello Statuto dei Lavoratori, cominciò a diffondersi a macchia d’olio nelle fabbriche, a conquistare dignità e diritti, rappresentanza e democrazia.

Non per legge, ma grazie al proprio essere associazione, sempre più aperta, sempre più inclusiva. Fu in questo contesto che, nella Fim e nella Cisl di Milano, si sviluppò la prima stagione di Morelli sindacalista e fu in questo contesto che Morelli valorizzò una sua grande passione che proveniva anche dalla sua matrice scout: quella per la formazione degli adulti.

Incontrò gli allievi di Don Lorenzo Milani che in quegli anni animavano i sindacati tessili e metalmeccanici in Lombardia e fu decisivo per la diffusione, nel sindacato, di un testo fondamentale come “Lettera a una professoressa”. Fu così che Morelli, insieme a Luigino Bruni e Luciano Pero, si rese protagonista, a partire dalla formazione, dell’incontro tra giovani operai e studenti, a cavallo delle grandi mobilitazioni del 1968 e del 1969.

Il sindacato italiano scopriva l’autonomia e il percorso verso l’unità, ma iniziavano anche il periodo delle stragi e del terrorismo…

Il 1969 fu un anno entusiasmante e, allo stesso tempo molto difficile. Il contratto nazionale dei metalmeccanici che rimarrà nella storia fu firmato, ad esempio, solo pochi giorni dopo la tremenda strage di Stato di Piazza Fontana.

Pippo Morelli tra Giorgio Benvenuto e Bruno Trentin, allora leader della Uil e della Fiom in una foto dei primi anni Settanta del Novecento

Morelli e Carniti erano ormai leader indiscussi della Fim Cisl a livello nazionale e accompagnarono, insieme alle confederazioni, la conquista, nel 1970, dello Statuto dei Lavoratori. I successivi contratti, quelli del 1973 e del 1976, furono importantissimi: arrivarono le 150 ore per il diritto allo studio (e la rivendicazione di poter impegnare la risorsa tempo non solo per un titolo, ma per la propria cultura personale, anche, se necessario, per “imparare a suonare il clavicembalo”) e l’inquadramento unico che superava le discriminazioni tra operai e impiegati. Dopo le prime crisi aziendali seguite alla crisi petrolifera del 1973-1974, furono ottenuti anche i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori.

Il 1974 fu poi l’anno della difesa referendaria della legge sul divorzio dove Morelli si impegnò molto, con comizi in tantissimi consigli di fabbrica. Era profondamente cattolico, ma credeva fermamente che morale e unità della famiglia si dovessero testimoniare non imporre con provvedimenti che avrebbero, nei fatti, limitato la costruzione di una democrazia compiuta nel nostro Paese. 

Nel libro si racconta il ritorno di Morelli alla sua (e tua) terra: l’Emilia

La copertina del libro di Francesco Lauria

All’inizio del 1977 Pippo Morelli torna in Emilia, ed entra nella segreteria della Cisl Emilia-Romagna di cui diverrà segretario generale nel 1982. È curioso rileggere i giornali in occasione della sua elezione, il commento più sobrio fu: “Con Morelli il ’68 va alla guida della Cisl”. Nella sua terra Morelli rilanciò l’idea di un sindacato soggetto politico, autonomo da tutti i partiti che, pur non avendo la forza quantitativa della Cgil emiliana, con la ricerca e l’innovazione delle idee diventava vero protagonista.

Tra i tanti che iniziarono a occuparsi di ricerca economica e sociale applicata nell’Ufficio studi promosso da Morelli, vi fu anche il ferrarese Patrizio Bianchi, recentemente nominato Ministro dell’Istruzione. Furono chiaramente anche anni difficili: dal terrorismo da fronteggiare, agli scontri sulla scala mobile, dopo il Decreto di San Valentino del governo Craxi. Scontri che portarono alla fine tormentata della Federazione Cgil Cisl Uil e furono un duro colpo per il sindacalista reggiano, strenuo alfiere dell’unità sindacale.

Gli anni Ottanta sono anche quelli della “scoperta” del Brasile e del ritorno al Centro Studi…

Alla fine degli anni Settanta a Bologna Morelli diviene fraterno amico di un prete operaio di grande carisma: Beppe Stoppiglia, futuro fondatore dell’associazione Macondo. Insieme riflettono sullo “scivolamento dell’Occidente” e si impegnano per la riconquista della democrazia in Brasile, collaborando con il giovane e futuro presidente Lula e con il vescovo dei poveri, recentemente scomparso, Pedro Casaldaliga.

Morelli e Stoppiglia, uomini delle 150 ore, incontreranno in Brasile anche Paulo Freire, il grande fautore della pedagogia degli oppressi e dell’educazione come processo di coscientizzazione e di riscatto dei ceti popolari ed emarginati. Freire, nel 1989, si recherà al Centro Studi di Firenze e terrà un’importante lezione proprio di fronte a Morelli.

Sono anche gli anni dell’impegno ecologista: della riflessione non solo sul “come produrre”, ma sul “cosa produrre”, argomento ritornato di grande attualità nei frantumi sociali della pandemia. Furono anni di azioni di grandissima attualità che videro Morelli collaborare, a inizio anni ’90, con una figura davvero significativa e profetica dell’ambientalismo sociale come Alexander Langer.

Un ultimo passaggio prima di quel terribile marzo 1993…

L’ultimo impegno di Morelli, uscito dal sindacato, fu quello di Vicepresidente del Parco del Gigante, nell’appennino reggiano. Un impegno di memoria, formazione, salvaguardia ecologica con il rilancio dei “sentieri partigiani” e una ripresa di contatto con le proprie origini, anche familiari.

Suo fratello maggiore, Giorgio, partigiano “bianco”, detto “Il Solitario” fu, infatti, il primo liberatore di Reggio Emilia dai nazifascisti, ma morì a guerra ampiamente finita a causa delle conseguenze di un attentato commesso da partigiani comunisti. Una vicenda dolorosa, vissuta con grande amore e dignità, che non impedì a Pippo Morelli di essere cerniera tra mondo cattolico e sinistra, anche comunista, non solo nel sindacato. Come racconto nel libro, Morelli ebbe la non facile capacità di distinguere le responsabilità individuali e anche di contesto dalle idee politiche e sociali. Anche in questo la sua figura è un grande insegnamento per tutti, ma in particolare per i giovani.

Una testimonianza di spessore infinito anche di fronte all’uso distorto della storia e della memoria in un momento storico in cui ci sembra tutti di svanire in un eterno e, allo stesso tempo, debole ed evanescente presente. 

A cura di Francesco Niccolai

Francesco Lauria, Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli, Pagg. 502, Euro 28,00, Edizioni Lavoro, Roma, 2020.

domenica 7 marzo 2021

Storia e Lavoro: Sapere, libertà mondo sul sito web della Sislav

 https://www.storialavoro.it/notizie/notizia/news/sapere-liberta-mondo-la-strada-di-pippo-morelli/?tx_news_pi1%5Bcontroller%5D=News&tx_news_pi1%5Baction%5D=detail&cHash=a88bf210defb7d30b7ca069f83b1d944

"Sapere, libertà, mondo. La strada di Pippo Morelli"

  Letture

Segnaliamo l'uscita del volume di Francesco Lauria per le Edizioni Lavoro.

È uscito Sapere Libertà Mondo: la strada di Pippo Morelli, un libro che ricostruisce la storia del sindacato, e in particolare della Cisl, attraverso il racconto e il profilo dei suoi protagonisti. Francesco Lauria racconta "una storia importante ma troppo poco conosciuta, quella di Pippo Morelli (Reggio Emilia 1931-2013), grande sindacalista della Cisl e direttore del Centro Studi di Firenze dal 1985 al 1989. Morelli è stato formatore ed esperto di contrattazione al Centro studi Cisl di Firenze negli anni Cinquanta; è stato protagonista, con Pierre Carniti, della «primavera sindacale» a Milano negli anni Sessanta ed è stato leader nazionale della Fim e della Flm unitaria negli anni Settanta, quelli dei metalmeccanici che «davano l’assalto al cielo».
Ma non solo. Con i contributi di Eleuterio Agostini, Loris Cavalletti, Gian Primo Cella, Paolo Feltrin, Ivo Lizzola, Bruno Manghi, Franco Marini, Giuseppe Stoppiglia, il libro racconta di quando, insieme a Bruno Trentin, Morelli fu ideatore e realizzatore della grande conquista contrattuale delle 150 ore per il diritto allo studio oltre che tessitore laico del dialogo tra mondo cattolico e sinistra italiana. Segretario della Cisl Emilia Romagna e direttore del Centro studi Cisl di Firenze nel decennio successivo, fu promotore dell’incontro con la Cut brasiliana, guidata da Luiz Inácio Lula, e del sostegno di massa da parte dei lavoratori italiani al paese latinoamericano nella difficile riconquista della democrazia.
Mentre rifletteva sulla necessaria «conversione ecologica» del sindacato, nel 1993 un ictus ne interruppe l’impegno pubblico e sociale, proprio al ritorno da un viaggio di cooperazione. Attraverso la vita esemplare di Morelli e grazie a molteplici documenti e testimonianze, Lauria ricostruisce attentamente almeno quattro decenni di avvenimenti sociali, sindacali e politici del nostro paese.



PIPPO MORELLI, INTERPRETE DEL FUTURO DEL LAVORO. GUARDA LA REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI SU YOUTUBE

  Sul canale YouTube del Centro Studi Ricerca e Formazione Cisl è disponibile la registrazione dell'incontro di presentazione del libro...