martedì 28 settembre 2021

Il Sindacato come luogo “teologico”. Morelli, Carniti e la straordinaria Scelta di Vita di una generazione.

L'intensa relazione dell'on. Pierluigi Castagnetti a Casa Cervi in occasione del laboratorio Memoria di futuro del sindacato, organizzato dalla Cisl Emilia Centrale e dall'Istituto Alcide Cervi (9 settembre 2021).

Da dove sboccia la personalità straordinaria di Pippo Morelli?

Bisogna considerare Pippo Morelli dentro la storia della sua famiglia (a partire dalla straordinaria figura del fratello, il partigiano Giorgio Morelli detto Il Solitario, ma non solo). 

Un luogo dove l’altruismo era la precondizione per dare senso alla propria esistenza.

Ma non possiamo fermarci qui, occorre osservare il contesto culturale, sociale, politico, spirituale.

Pensiamo ad Ermanno Gorrieri e Luigi Paganelli: due resistenti modenesi, due laureati, due leader naturali che decidono entrambi di passare dalla Resistenza al Sindacato, alla Cisl.

Dobbiamo focalizzare meglio questa genesi dell’impegno sindacale.

Il sindacato non come interesse, esperienza transitoria in vista di altro, non solo come passione. 

Il Sindacato come Scelta di Vita. 

Una scelta rivolta a realizzare prioritariamente gli stessi obiettivi di una politica democratica con strumenti diversi e più efficaci di quelli dei partiti.

Se la Resistenza ha valso l'intento di conquistare la libertà e di costruire la democrazia, il sindacato permette di perseguire un obiettivo che dà senso a entrambe: un di più di giustizia sociale.

C'è un momento e c'è un luogo in cui devi soprattutto: "Prendere parte". Pippo Morelli dirà anche: “il dovere di dissentire”.  

Il sindacato è quindi un luogo privilegiato per tutto ciò: quasi un luogo teologico. 

Morelli e gli altri insieme a lui, a partire dalla straordinaria generazione della nuova Fim Cisl guidata da Carniti, hanno respirato un clima significativo, unico. 

Un clima che si è nutrito anche dell'influenza della grande figura di Giuseppe Dossetti, che pur si era già allontanato dalla politica quando lo stesso Morelli si laureerà nel 1955 all'Università Cattolica insieme al "dossettiano" Mario Romani.

(...) Carniti incontra Mazzolari nella sua città, Sandro Antoniazzi incontra Turoldo alla corsia dei Servi di Milano. 

Tutto ciò non è casuale, ma avviene senza esibire, senza in alcun modo clericalizzare. 

Il sindacato, la Cisl, rappresentava quindi un luogo plurale, ma dove era possibile, con un orizzonte largo, pienamente laico e aconfessionale, aperto al mondo, vivere coerentemente da cristiani.

E lasciar respirare una laicità naturale praticata, però, senza negare la propria personalità e le proprie radici. (...)

                                               VISUALIZZA IL VIDEO COMPLETO.




giovedì 23 settembre 2021

Scelta, antifascismo, libertà, apertura al mondo: i fili intrecciati tra la famiglia Morelli e la famiglia Cervi.

 Una bellissima e partecipata giornata, quella del 9 settembre a Casa Cervi.

Dopo una serie di attività formative preparatorie, i delegati e le delegate della Cisl Emilia Centrale si sono ritrovati presso Casa Cervi a Gattatico (RE) per un laboratorio formativo a partire dal libro: "Sapere, Libertà, Mondo. La Strada di Pippo Morelli".

I lavori, ispirati dalla biografia del sindacalista reggiano, già segretario nazionale Fim e Cisl Emilia Romagna e direttore del Centro Studi di Firenze, sono partiti dalle attività svolte individualmente e online in gruppi nelle giornate precedenti dai delegati, successivamente restituite in presenza con il commento di formatori e relatori. 

Alcuni temi affrontati: le competenze e il ruolo del sindacalista, sapere, diritto allo studio e contrattazione collettiva, il ruolo della formazione per una cultura della trasformazione, la dimensione dell'azione internazionale del sindacato all'interno dell'economia dell'interdipendenza e in contrasto all'esplosione dei populismi e dei nazionalismi.  

Sono intervenuti Carmine Marmo, formatore, già collaboratore di Pippo Morelli, Claudio Arlati, responsabile formazione della Cisl Emilia Romagna, Albertina Soliani, Presidente dell'Istituto Alcide Cervi, Pierluigi Castagnetti, Presidente della Fondazione Fossoli, Chiara Morelli, figlia di Pippo, formatrice ed educatrice scout, Andrea Cortesi, Presidente di Iscos Emilia Romagna, Francesco Lauria, autore del libro e formatore presso il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze.

Ad aprire e concludere i lavori della mattinata Andrea Sirianni e William Ballotta, rispettivamente segretario confederale e segretario generale della Cisl Emilia Centrale.

Nel pomeriggio, animata da Albertina Soliani e Mirco Zanoni dell'Istituto Cervi, la visita guidata a Casa Cervi, prossima alla riapertura completa, dopo i lavori di restauro e rinnovamento.

Un'esperienza interessantissima che ha mostrato paralleli interessanti ed inediti tra le storie, intrecciate, a partire da Reggio Emilia delle famiglie Cervi e Morelli, in cammino seguendo il filo delle parole che danno il titolo al libro dedicato a Pippo Morelli: "Sapere, Libertà, Mondo".

                    Qui le interviste realizzate a latere della giornata:

William Ballotta e Albertina Soliani

https://fb.watch/8cb97L_KKo/

Carmine Marmo

https://fb.watch/8cbcJLZ2Je/

Pierluigi Castagnetti

https://fb.watch/8cbhc9mOOI/

Chiara Morelli

https://fb.watch/8cbkZyCYDd/ 

Marcello Della Gatta

https://fb.watch/8cbq6NpCxN/

Francesco Lauria

https://fb.watch/8cbtt7pN7s/

giovedì 16 settembre 2021

MONTEPULCIANO: le SETTE CITTÀ e quel VIAGGIO tra PASSATO e FUTURO del SINDACATO e della DEMOCRAZIA


10 settembre.
A Montepulciano, Festival Luci sul lavoro, sta quasi scendendo la sera.
Il settembre del 2021 ci fa scoprire il vento dell'autunno e solo temere qualche goccia di pioggia mentre il prof. Pino Acocella inizia un viaggio nella storia e nella memoria.
A coordinare è Andrea Benvenuti, direttore di Edizioni Lavoro.
Prima del "funambolico" professore irpino, c'è già stata una bella e forse fin troppo breve introduzione dell'ex segretario generale della Uil Giorgio Benvenuto che aveva raccontato la conoscenza con Morelli e Carniti fin dalle prime esperienze pioneristiche di unità di azione tra FIM, FIOM e UILM dei primi anni Sessanta del Novecento.
Sono previsti gli interventi di altri due amici: Giorgia Bumma, segretaria della Cisl di Pisa e Luca Visentini, segretario generale della Confederazione Europea dei sindacati.
Un percorso sulla strada di Pippo Morelli , ma non solo...

1) BOLOGNA E SANTIAGO DEL CILE

Bologna, settembre 1973. È appena avvenuto il terribile golpe nel Cile di Pinochet, ispirato e sostenuto dall'amministrazione Nixon, un colpo durissimo per chi crede in un socialismo coerente con la democrazia e, per che no, con l'ispirazione cristiana.
Molte centinaia di militanti si riversano nel capoluogo emiliano alla prima assemblea di Cristiani per il socialismo.
È forte la rabbia per ciò che è avvenuto, ma vivo lo slancio, nutrito dalla linfa ancora recente del Concilio, per costruire una società diversa, più giusta, un altro mondo possibile, contrapposto ad un mondo che anche Paolo VI° definirà "inaccettabile".
Tra loro, insieme a non pochi cislini, fimmini, aclisti, Pippo (Morelli) e Giuseppe Acocella.

2) NELLA CAPITALE...

Continuiamo a camminare nel tempo.
Roma, 1974, l'anno successivo. La Democrazia Cristiana perde per la prima volta alle urne.
È uno strumento "nuovo", quello della democrazia diretta: il referendum per cancellare la legge sul divorzio. In gioco la concezione laica e pluralista dello Stato, non il valore e l'importanza della famiglia. Lo capiscono bene Pietro Scoppola e i "cattolici del No", tra loro Carniti, Macario, Crea, Gabaglio e, ovviamente, Pippo Morelli e Pino Acocella.

Con la mente passo a due anni dopo. Penso, tra me e me che se i mitici contratti dei metalmeccanici del 1969 e del 1973 sono rispettivamente quello dell'autunno caldo e quello delle 150 ore e dell'inquadramento unico, il successivo è meno ricordato, ma non meno importante.
E' il 1976, Benvenuto e Morelli vi lavorano alacremente, siamo a valle di crisi (a partire da quella petrolifera) e ristrutturazioni aziendali. Entrambi stanno lasciando l'FLM, la potente federazione unitaria dei metalmeccanici. Si impegnano fino in fondo, fino all'ultimo istante, in quello che è un altro contratto nazionale apripista di respiro europeo: quello dei "diritti di informazione e consultazione".
Un contratto non più per "assaltare il cielo", ma per accompagnare le crisi nelle imprese e sostenere in tempo i lavoratori a rischio di licenziamento.

Andiamo avanti: 1978.
Nel racconto del professore non lasciamo la capitale, ma ci trasferiamo all'Eur.
Acocella affronta un passaggio epocale per il sindacato confederale italiano: la svolta unitaria, passata alla storia con la parola austerità, che fu un po' improvvidamente preannunciata a Repubblica dal segretario generale della Cgil Luciano Lama.
Si cresce anche dai dissensi, se non si interrompe il filo di un dialogo e di una militanza comune.
Il racconto continua e molte strade "sindacali" si dividono.
Nel 1978 Morelli è il capofila degli oltre 100 astenuti all'assise della Federazione Unitaria Cgil Cisl Uil; vota "contro" Pierre Carniti, Franco Bentivogli, Bruno Trentin, lo stesso Lama.
Anche Benvenuto e Acocella ci sono all'Eur. Ma sono dall'altra parte.
C'è chi dipinge Morelli come un nostalgico romantico e un attardato un po' illuso di un mondo che non c'è più e che, invece, ne riconosce l'essere alfiere coerente di un sindacato che non ripiega su se stesso e rifiuta la logica agli estremi dello "scambio politico".
Ma tutto questo è lasciato alla storia. Campo aperto di possibilità.

Guardo Giorgia, insieme a me sul palco.
Di lì a poco saremmo nati noi. Generazione di mezzo, l'ultima che ricorda bene il mondo di prima, quello del Novecento: i gettoni telefonici (con buona pace di Renzi) e il trillo del telefono fisso, le enciclopedie dei genitori per le ricerche della scuola e, da bambini, il mondo diviso in due blocchi.

I giovani officer della Confederazione Europea dei Sindacati che animeranno il successivo incontro "cinematografico" del festival sui temi dell'immigrazione, mi appaiono un po' persi, ma anche attenti.
La cesura temporale è grande, ma il racconto continua. Di lì a poco interverrà, il loro segretario generale: Luca Visentini.


3) MOSCA: UN ATTIMO PRIMA CHE TUTTO FINISCA...

Acocella, propone un salto nuovo salto nel tempo: 1989.
Morelli allora, anche se ancora per poco, è il direttore del mitico Centro Studi Cisl di Firenze, ma non ci fermiamo qui. Andiamo a Mosca, alla seconda parte dello "scambio formativo" Cgil Cisl e Uil con il sindacato sovietico. Uno scambio iniziato qualche mese prima sulle colline di Fiesole, dove, per Morelli, oltre trent'anni prima, tutto era cominciato.
Il comunismo sta franando anche nella sua culla, l'Urss.
Nella delegazione Cgil ci sono varie anime. C'è ancora chi sembra voler rimproverare ai sovietici di non credere più ai loro ideali, di essere tiepidi verso la rivoluzione. E chi, spinto da Pippo, vuole, invece, "trentinianamente" ,intervenire sull'autonomia del sindacato rispetto al partito, possibile strumento di rinascita e di completo cambio di prospettiva.
Tutto crollerà. Due anni dopo arriveranno il fallito golpe e il crollo definitivo del Cremlino aprendo alla contradditoria stagione di Boris Yeltsin.
A Reggio Emilia, nel 1990, ricorda Acocella riprendendo il mio libro, esploderà la polemica, sui crimini del triangolo rosso, del "Chi sa parli...!".
Arriverà a indagare persino la Pravda, mentre risuonerà un dolore profondissimo per la famiglia di Pippo e del suo fratello maggiore, Giorgio, il Solitario, partigiano "bianco", collaboratore di Giuseppe Dossetti, ferito a morte dai comunisti, ben dopo la fine della guerra.

4) ABANO: IL DOVERE DI DISSENTIRE

Acocella fa un breve salto indietro nel tempo, al 1987.
Abano Terme, assemblea organizzativa nazionale Cisl.
L'assemblea dell'identità dopo l'evaporazione, sotto i colpi del conflitto sulla scala mobile, della Federazione Unitaria Cgil Cisl Uil. Si è da poco concluso un bellissimo dibattito sulla democrazia nel sindacato, avviato l'anno prima sul Manifesto, dal cislino Sandro Antoniazzi e dal comunista Pietro Ingrao, nella consapevolezza della fine definitiva dei Consigli di fabbrica.
Abano è l'assemblea che riporta nelle locandine un floppy disc. Qualcosa che, allora, sembra davvero rivoluzionario.
E', soprattutto, l'assemblea che comincia a dire addio al limite di due mandati nelle cariche della Cisl, a partire dalle strutture periferiche. Un tema dibattuto, con pro e contro, ma che Morelli, allora direttore del Centro Studi di Firenze, leva, motivatore, mitico scopritore di centinaia di giovani sindacalisti, non vuole, in alcun modo, accettare.
Il punto, per lui, è morale. Da segretario generale della Cisl Emilia Romagna, tra il 1982 e il 1985, si dimetteva, con la segreteria, ogni anno. Convinto, ogni anno, di dover ricevere il consenso esplicito del consiglio generale (e infatti di anni, da segretario generale, ne durò solo tre :-)

E' una questione centrale, di cui, ancora, parlerà a lungo e con passione Giorgia Bumma nel proseguire del dibattito: si è sindacalisti per la vita (una scelta totalizzante per molti), ma non si fa i sindacalisti a vita.
Di lì a poco Pippo darà l'esempio. Ma ad Abano sarà sonoramente sconfitto, avesse torto o ragione. Anzi Franco Marini, allora segretario generale, gliene dirà, davanti a molti delegati, proprio di tutti i colori e pure uno dei due aggiunti della "sinistra" , Eraldo Crea, non sarà tenero con lui.

5) LA FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

Andiamo avanti nel tempo, la successiva tappa la racconto io.
Siamo all'estate del 1991 a Città di Castello, terra di confine tra Umbria, Marche e Toscana.
Si tiene la fiera delle utopie concrete promossa Alex Langer e Wolfgang Sachs. Un gruppo di sindacalisti (e qualche ex) si riunisce nella città umbra per pensare, con la Fondazione Ebert, a un nuovo modello di unità sindacale, basata sull'ecologia integrale.
Visionari concreti in anticipo sulla storia.
Durante la sua direzione del Centro Studi di Firenze, tra il 1985 e il 1989, Morelli aveva introdotto i corsi sulla digitalizzazione e su ecologia e lavoro, sempre con metodi formativi innovativi, spingendo i sindacalisti a sperimentare concretamente gli apprendimenti d'aula, riportandoli successivamente, ancora, nella formazione sindacale.
Ho ritrovato, sgualcita, la copia del fax con cui Morelli, ormai quasi ex, confermava a Langer la sua partecipazione.
Un eccomi che mi ha commosso, un'altra tappa del viaggio.

6) SAN PAOLO DEL BRASILE E SAN DOMENICO DI FIESOLE

La voce di Acocella si fa più lenta.
Siamo all'inizio di marzo, 1993.
Dal primo viaggio in Brasile, con l'amico, formatore e prete operaio Beppe Stoppiglia e la futura segretaria confederale Augusta Restelli, sono passati 12 anni.
Un incontro, quello con un Brasile in faticosa uscita dalla dittatura, che ha cambiato la vita, ha reso più profondo, aperto e pieno lo sguardo, è entrato nell'anima e nell'impegno, non solo personale, di ogni giorno.
L'incontro è anche, con il giovane Lula, con gli operai delle fabbriche e delle multinazionali, ma anche dell'economia informale, con dom Helder Camara, Paulo Freire (che nel febbraio 1989 Morelli porterà al Centro Studi di Firenze) , don Pedro Casaldaliga, il "vescovo delle favelas" e con un sindacato nascente, la Cut, che, pur nelle differenze, incontra la Cisl su un punto fondamentale: l'essere un sindacato libero, autonomo, finalmente indipendente dallo Stato.

Pastore sarebbe stato proprio contento di Pippo, penso tra me e me mentre interviene Acocella, altro che eretico!

Torniamo al 1993. Un altro viaggio, come sempre senza mai fermarsi, senza risparmio, tra sindacato e azione sociale, con attenzione ai processi deliberativi e democratici e alle persone. Nelle brande e nelle bettole, non negli hotel.
Il volo da San Paolo a Fiumicino, poi un passaggio al Centro Studi di Firenze, che è ancora casa, luogo di famiglia.
Morelli qui aveva cominciato, proprio in rapporto con Giulio Pastore, il segretario generale fondatore della Cisl, all'inizio del 1957: corso avanzato per neo laureati esperti della contrattazione aziendale: visione, progetto, implementazione, verifica. La Cisl.

Il sindacalista emiliano ha un primo svenimento al Centro Studi.
Poi, torna faticosamente verso casa.
A Reggio Emilia la malattia esplode e mai potrà essere dimenticata per i venti anni successivi, fino alla morte di Morelli.
Al cinquantesimo anniversario del Centro Studi di Firenze, nel 2001 Acocella, divenuto direttore, racconta che premierà, in sua vece, Chiara, formatrice e scout come il padre.
Con il cuore, rivolto a Pippo, in attesa nella sua pianura, forzosamente silenzioso, ma non più arrabbiato.

Prima dell'ultima città del viaggio la parola passa a Giorgia Bumma e a Luca Visentini

L'intervento di Giorgia inizia dai sindacalisti della sua e della mia generazione, cerniera e passaggio tra coloro che hanno avuto l’onere e l’onore di costruire, di sentire il fermento, di essere artefici del cambiamento in anni fondamentali per il nostro paese e di chi invece non ne avrà memoria diretta alcuna.

"E' questa - spiega - la grande responsabilità che abbiamo sul domani, sui giovani. Morelli ci lascia degli impegni importanti da portare avanti come quello di prendersi cura dei giovani di cui tanto si parla. Concretamente, spiega Giorgia - spesso non siamo capaci di interagire e toccare le corde giuste con loro, di coinvolgerli, di accendere in loro dei fuochi, di buttarci noi per primi nella mischia, di non avere paura di chi ha una visione diversa dalla nostra perché è proprio li che può nascere il pensiero partecipativo.

I giovani - continua Giorgia - hanno il diritto di essere partecipi, di crescere, come è stato scritto nel libro. Morelli ci esorta a non smettere mai di cercare la nostra strada e non significa che debba essere la migliore per la maggioranza o la più veloce, ma la nostra, quella che ci permette di essere e non solo di fare , di vedere e sentire il sindacato come impegno sociale, di essere parte di qualcosa che ci permette di aiutare con gratuità e solidarietà, che ci permette di dissentire.

Il dissenso - continua la sindacalista laziano-pisana, catturando ogni singolo sguardo della platea - quando avviene per coerenza e fede nei propri ideali non è mai negativo, ma può rappresentare uno strumento forte di confronto che deve arrivare a farci vedere la diversa prospettiva e che ci impone la ricerca di soluzioni. Non dobbiamo misurarci sempre tra sconfitta e vittoria. Morelli ci dice chiaramente che non bisogna mai smettere di cercare cosa possiamo donare. Questo senso della ricerca deve essere sempre vivo in ognuno di noi."

Giorgia è stata una ricercatrice per un determinato tempo della sua vita ed ora che è una sindacalista non ha davvero mai smesso di cercare, ma ha solo scoperto di volerlo fare in modo diverso: ha cambiato il luogo, il come, non il suo quotidiano orizzonte di senso.

E' la dimostrazione che può non esserci separatezza tra impegno intellettuale e la mischia del sindacato di ogni giorno.

Ogni volta che l'ascolto, la incontro, la incrocio in un progetto condiviso sono colpito dal suo entusiasmo, dalla sua concretezza, dalla capacità di cogliere i dettagli e di proporre sempre, cislinamente e determinatamente, una strada nuova, originale. Quanto sarebbe piaciuta a Pippo!

Dopo di lei Andrea Benvenuti chiede a Luca Visentini di commentare e attualizzare una frase di uno scritto di Morelli, pubblicato, nel 1983, sulla rivista Azimut.

"La diffusione delle nuove tecnologie di informazione porterà, tra non molto, ad una democrazia "elettronica" dove tutti possono ricevere un numero di informazioni  (o deformazioni) e tutti possono essere frequentemente consultati e votare con un "bottone casalingo", il che renderà superflue le assemblee, le discussioni lunghe e defatiganti, la vita associativa e le iniziative di massa. 
Già ora, in paesi diversi, con governi di destra e di sinistra, si cerca il consenso dei popoli non più con autoritarismo e violenze, ma con il ricorso a nazionalismi, al terrore della guerra, all'esigenza di sicurezza e ai solidi riferimenti che possono dare i capi carismatici. (...) 
La democrazia, anche nel sindacato, non è mai una conquista definitiva, ma va continuamente riconquistata".

Un'attualità incredibile, esordisce subito il segretario generale della Ces.
Luca, pur diverso da Morelli per filone culturale di provenienza ("mazziniano") e generazione (è nato nel 1969), impersona i tre capisaldi del libro: "Sapere, Libertà, Mondo".

Lo conosco da molti anni, da prima che "facesse carriera". E, anche se non glielo ho mai detto esplicitamente, ho sempre trovato il suo metodo di argomentare, spiegare, sviscerare ogni argomento, anche il più complesso, molto simile a quello di Pippo.
Nel suo intervento rideclina, oltre alla frase anticipatrice di Morelli, le tre parole chiave del libro sulle sfide del sindacato europeo di oggi.
Un sindacato europeo che, pur tra forti difficoltà, in parte dovute a interessi spesso contrapposti, ha saputo rivitalizzare con una forza, una competenza e una capacità di lavoro, a mio parere, irripetibili.
Affrontiamo - afferma il sindacalista di confine, (cresciuto tra Udine e Trieste) un nazionalismo sindacale, oltre che politico, che rischia di minare alla base il modello sociale e il sindacalismo europeo e una visione moderna, equa, solidale delle relazioni industriali.
Un nazionalismo sindacale che si combina, in alcuni paesi, al populismo politico, mettendo a rischio, insieme ad altri fattori, l'intera democrazia europea e l'autonomia delle organizzazioni dei lavoratori.
Sono le sfide, insieme allo sforzo di rafforzare la dimensione negoziale della Ces, nelle quali si è battuto negli ultimi sei anni, da quando, al congresso di Parigi nel 2015, ha preso in mano un'organizzazione indebolita e che ha dovuto affrontare molteplici crisi economiche e sociali, compresa, ovviamente, la pandemia.
Digitalizzazione e giusta transizione ecologica, oltre all'emergenza democratica e alla rappresentanza del lavoro nelle multinazionali dei big data, sono temi che Morelli aveva già intuito e nei quali Visentini è immerso, ogni giorno.
Rivolto a giovani impegnati nel sindacato europeo presenti a Montepulciano: spiega, senza retorica, perchè Morelli sia oggi straordinariamente attuale e "sapere, libertà, mondo", siano parole incalzanti del nostro tempo.


Scende definitivamente la sera. Ho pochi minuti per concludere, grato ed emozionato, questo viaggio...

7) REGGIO EMILIA: SAPERE, LIBERTA', MONDO

Non posso pensare alla giornata precedente. Alla mia terra e a un altro confine quello tra Parma e Reggio Emilia. Lì, nel reggiano, a pochi chilometri dalla casa della famiglia Morelli, c'è un'altra casa immersa nella storia e nelle tragedie del Novecento.
Un luogo che è anche però testimonianza preziosa e resistente di una scelta di libertà, coscienza, Resistenza, apertura al mondo.
Parlo di Casa Cervi, il luogo dove sono vissuti i sette fratelli giustiziati dai fascisti, alla fine del 1943. E dove abbiamo raccontato, intrecciato, insieme ai delegati sindacali, la storia dei Morelli e quella dei Cervi.
Ma, un po' come per Giorgio Morelli, se tutti (o quasi) conoscono questo tragico epilogo, il "mito" dei sette fratelli, meno conosciuto è il prima. La vita vissuta.
Una famiglia, quella dei Cervi, che, con fatica, si affranca dalla mezzadria, affitta un terreno rifiutato da altri contadini, sperimenta un nuovo modo, innovativo, di fare agricoltura.
Studia e mette in pratica. Fa esperimenti, non si accontenta, fallisce, riprova.
Per primi, nel 1934, acquistano tra mille sacrifici, un piccolo trattore che, in quegli anni, rappresenta quasi un'astronave.
Insieme al trattore, si procurano anche un grande mappamondo.
Radicati nella terra, rivolti all'orizzonte. No, non possono accettare che il fascismo rinchiuda la loro speranza.
Sapere, Libertà, Mondo.
Quel mappamondo antico, oggi simbolicamente puntato sull'"Afganistan" (scritto così, senza la h) e quel trattore sono il simbolo di Casa Cervi, luogo di memoria, incontri e futuro. Sono un segno potente, da custodire e consegnare alla vigilia del centenario della presa del potere del fascismo nel nostro paese.


E' con questa immagine che si chiude il viaggio nella notte di Montepulciano.
Un ritorno a casa, ma anche un lascito, sulla strada di Pippo Morelli, per un cammino plurale e condiviso.
Non mancheranno le salite, anche i fallimenti, ma il sindacato è anche questo: "Fare giustizia insieme".
Anche se il percorso non sempre è pianeggiante come i viottoli di Gattatico!

Francesco Lauria

sabato 4 settembre 2021

9 settembre: Memorie di futuro del sindacato. Laboratorio sul libro su Morelli all'Istituto Cervi

Si svolgerà giovedì 9 settembre, dopo un percorso di studio, il laboratorio seminariale per delegati: "Memorie di futuro del sindacato" organizzato dalla Cisl Emilia Centrale e dall'Istituto Alcide Cervi di Reggio Emilia a partire dal libro pubblicato da Edizioni Lavoro: "Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli".

Il laboratorio per delegati sindacali sarà arricchito dalle testimonianze di Bruno Manghi, già direttore del Centro Studi di Firenze, Pierluigi Castagnetti Presidente della Fondazione Fossoli, Albertina Soliani, Presidente Istituto Cervi, Chiara Morelli, formatrice e figlia di Pippo Morelli, William Ballotta, segretario generale Cisl Emilia Centrale, Carmine Marmo, formatore sindacale e collaboratore di Pippo Morelli, Claudio Arlati, responsabile formazione Cisl Emila Romagna, Francesco Lauria, formatore presso il Centro Studi Cisl di Firenze e autore del volume. 

Info per assistere all'evento: www.istitutocervi.it 



PIPPO MORELLI, INTERPRETE DEL FUTURO DEL LAVORO. GUARDA LA REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI SU YOUTUBE

  Sul canale YouTube del Centro Studi Ricerca e Formazione Cisl è disponibile la registrazione dell'incontro di presentazione del libro...